Non ho più aggiornato il mio elenco letture ... come sempre alterno serio e faceto ... per il faceto ho letto "come inciapare sul principe azzurro" ul libricino scorrevole con la trama ovvia ma che si lascia leggere. un libro perfetto epr il treno delle 6 del mattno. Ame ha molto divertito perchè i personaggi hanno caratteri davvero simpatici Sololibri.net dice...
"Ho scelto questo libro, attratta dal titolo e dal prezzo a buon mercato, ma devo dire che
nonostante il mio scetticismo iniziale questo romanzo si è rivelato una
vera scoperta!
Leggera, frizzante, romantica e con un tocco di ironia, questa storia
parla di Maddison, una ragazza Londinese davvero in gamba, impegnata
però in un lavoro che non capisce e che non ama particolarmente e che,
per una serie di “equivoci”, la costringerà ad un trasferimento
piuttosto repentino in Corea del Sud! Lo shock iniziale è inevitabile:
nella mente di Maddison si allontanano ben presto i sogni tanto
agognati di shopping, che un ambito trasferimento a NY avrebbero
previsto, e ancor peggio di buon cibo! Molto più alta della media,
bionda e con grandi occhi verdi, farà davvero fatica ad ambientarsi
nella nuova città, Seul, anche perché l’unica persona che conosce e che
dovrà prendersi cura di lei è Mark, il suo nuovo capo, che Maddison
sembra aver già inquadrato sin dal primo loro incontro: tipo
affascinante ma piuttosto scontroso presuntuoso e piuttosto permaloso!
“Non ci si può parlare perché non sa ascoltare, non mette mai le persone a proprio agio, e pensa di avere sempre ragione. Oddio, in genere ha ragione, ma non è questo il punto. Un conto è avere sempre ragione, e un altro è esserne certi a priori.”
Anche Mark sembra essersi fatto una chiara idea di lei fin da subito:
una donna un po’ frivola e poco professionale che non ha la più pallida
idea di come svolgere il proprio lavoro né tantomeno di come guidare un
team di altri dipendenti!
La carriera e la vita sociale della povera ragazza sembrano quindi
destinate a naufragare con il suo trasferimento nella nuova città. Ma
forse non tutto è perduto: ci penseranno infatti i suoi nuovi colleghi a
tirarla su di morale e ad incoraggiarla a colpi di buon cibo italiano
scovato in qualche localino e grazie a gite aziendali alle quali è
costretta a partecipare insieme all’odioso Mark che, in fondo però,
prenderà davvero a cuore il compito di farla ambientare nella nuova
città. Grazie a nuove amicizie dunque, e alle ventate d’aria fresca
portate da divertenti gite fuori porto, oltre alla nascita di una nuova
“passione”per il lavoro poi, la sua vita nella nuova città assumerà
risvolti davvero imprevedibili e Maddison riuscirà forse a trovare
davvero la felicità anche dove non avrebbe mai immaginato di poterla
scovare!
Come inciampare sul principe azzurro è un libro che davvero
consiglio a chi ha voglia di leggere qualcosa di leggero ma allo stesso
non banale e molto divertente! I personaggi principali sono ben
costruiti e la trama è davvero ben architettata. Il fatto che riprenda
un po’ la tematica della “prima impressione” mi ha ricordato un po’ Orgoglio e Pregiudizio
e lo stile è simile a quello della Kinsella, ma il libro forse è ancora
più piacevole perché davvero ogni situazione o battuta sono ben scelte e
le pagine scivolano via davvero leggere!"
dopo il momento frivolo ecco il momento serietà "cuccette per signora" è stata una bella scoperta... un libro che ti porta a riflettere sull'importanza del raccontarsi agli altri per ritrovare se stessi. bellissima storia di donne e delle loro sofferenze in un' epoca in cui si parla di parità quanta strada c'è ancora da fare!!! insomma un bel libro forse un po' lento ma mi è molto piaciuto ... ecco la recensione presa dal medesimo sito "
Uscito nel 2001, questo coinvolgente romanzo dell’indiana Anita Nair
sta vivendo una nuova stagione di successo dopo il Salone di Torino, che
ha visto l’autrice ospite d’onore insieme ad altre scrittrici indiane
ormai lanciatissime dagli editori italiani. Le cuccette per signora del
titolo sono quelle che ospitano sei donne in un lungo viaggio notturno
dalla stazione di Bangalore fino ad una meta non meglio definita. Sarà
l’occasione, il pretesto narrativo che consente alla Nair di
raccontarci altrettante storie di donne nell’India di oggi, alle prese
con le tradizioni e l’assedio della modernità, con una religiosità
introiettata da secoli e la voglia di scrollarsi di dosso modelli
ormai troppo imbarazzanti e spesso insopportabili. Ecco allora nella
lunga notte in treno i racconti che si dipanano come gomitoli intricati
che sembrano sciogliersi con leggerezza nella confidenza che nasce al
buio di un non luogo, quello dello scompartimento ferroviario
destinato alle sole donne che sembra divenire una metafora del rifugio
offerto a persone di sesso femminile alla ricerca di una collocazione
sociale in una società dove le donne sole /vedove/zitelle sono sinonimo
di abbandono, emarginazione, infelicità.
Akhila, la protagonista, sembra reggere su di sé tutti i nodi della
narrazione: è lei che inizia il dialogo con le altre donne, è lei che da
sconosciute sarà capace di apprendere lezioni , di apprezzare stili di
vita ed esperienze che la possono aiutare a compiere la sua definitiva
scelta di una esistenza tutta sua, non più moglie, figlia, amante,
sorella ma solo, finalmente, se stessa. Le cinque donne in viaggio che
Akhila, ormai quarantacinquenne, incontra per caso, hanno età e storie
diverse , ma sono tutte accomunate da una decisa volontà di trasgredire
il ruolo assegnato loro da una società dove tutto è radicalmente mutato,
meno il ruolo femminile: la casta brahmina a cui le protagoniste delle
sei storie appartengono è tassativa riguardo alle usanze, al modo di
vestire, alla sessualità, ai limiti imposti al comportamento sociale.
Chi trasgredisce quelle regole è destinata alla emarginazione, alla
miseria, spesso costretta al suicidio.
Margaret Shanti, insegnante di chimica e moglie del preside di una
scuola prestigiosa, è costretta ad abortire dal marito; dopo una vita
matrimoniale e professionale travagliata riuscirà ad emanciparsi
costringendo il marito inflessibile ed autoritario a mangiare fino ad
ingozzarsi di cibi sostanziosi, rendendolo così schiavo della propria
ritrovata sensualità. Prabha Devi invece mostra al marito appena sposato
desideri sessuali e civetteria che non si addicono ad una giovane
sposa indiana, provocando l’attenzione morbosa di un altro uomo che
viene ad insidiarla dentro la sua stessa casa; la giovane donna,
terrorizzata dai propri gesti, chiude ogni rapporto con l’esterno e
diventa una donna triste, occhi perennemente bassi e dita sul ricamo,
madre di due bambini a cui dedica maniacali attenzioni, le tempie
precocemente imbiancate. Un giorno, nell’attesa della fine di una
lezione di tennis del figlio, nel club che frequenta trova in fondo al
giardino la piscina. Novella Alice nel paese delle meraviglie, scavalca
il muro delle cose impossibili e decide di imparare a nuotare. Riuscirà
da sola, dopo molti sforzi, a rimanere a galla nell’acqua azzurra della
vasca: metafora del galleggiare autonomamente anche nella vita di ogni
giorno.
Romanzo pieno di dolcezza, di sensualità, di forza, quello che
esprime la Nair nelle pagine del libro, piene di manicaretti, cibi
raffinati, sari intessuti di fili d’oro, braccialetti che tintinnano
intorno alle caviglie: ma anche lavori snervanti, follia, miseria
terribile, mancanza di libertà, violenza domestica, difficoltà di ogni
genere che sembrano circondare uomini e donne di un continente pieno di
fascino ma ancora alla ricerca di un equilibrio tra tradizioni, culture
ancestrali ed esigenze ineludibili della contemporaneità."
prossime letture?
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