venerdì 2 novembre 2012

LETTURE

Non ho più aggiornato il mio elenco letture ... come sempre alterno serio e faceto ... per il faceto ho letto "come inciapare sul principe azzurro" ul libricino scorrevole con la trama ovvia ma che si lascia leggere. un libro perfetto epr il treno delle 6 del mattno. Ame ha molto divertito perchè i personaggi hanno caratteri davvero simpatici  Sololibri.net dice...
"Ho scelto questo libro, attratta dal titolo e dal prezzo a buon mercato, ma devo dire che nonostante il mio scetticismo iniziale questo romanzo si è rivelato una vera scoperta! Leggera, frizzante, romantica e con un tocco di ironia, questa storia parla di Maddison, una ragazza Londinese davvero in gamba, impegnata però in un lavoro che non capisce e che non ama particolarmente e che, per una serie di “equivoci”, la costringerà ad un trasferimento piuttosto repentino in Corea del Sud! Lo shock iniziale è inevitabile: nella mente di Maddison si allontanano ben presto i sogni tanto agognati di shopping, che un ambito trasferimento a NY avrebbero previsto, e ancor peggio di buon cibo! Molto più alta della media, bionda e con grandi occhi verdi, farà davvero fatica ad ambientarsi nella nuova città, Seul, anche perché l’unica persona che conosce e che dovrà prendersi cura di lei è Mark, il suo nuovo capo, che Maddison sembra aver già inquadrato sin dal primo loro incontro: tipo affascinante ma piuttosto scontroso presuntuoso e piuttosto permaloso!
“Non ci si può parlare perché non sa ascoltare, non mette mai le persone a proprio agio, e pensa di avere sempre ragione. Oddio, in genere ha ragione, ma non è questo il punto. Un conto è avere sempre ragione, e un altro è esserne certi a priori.”
Anche Mark sembra essersi fatto una chiara idea di lei fin da subito: una donna un po’ frivola e poco professionale che non ha la più pallida idea di come svolgere il proprio lavoro né tantomeno di come guidare un team di altri dipendenti! La carriera e la vita sociale della povera ragazza sembrano quindi destinate a naufragare con il suo trasferimento nella nuova città. Ma forse non tutto è perduto: ci penseranno infatti i suoi nuovi colleghi a tirarla su di morale e ad incoraggiarla a colpi di buon cibo italiano scovato in qualche localino e grazie a gite aziendali alle quali è costretta a partecipare insieme all’odioso Mark che, in fondo però, prenderà davvero a cuore il compito di farla ambientare nella nuova città. Grazie a nuove amicizie dunque, e alle ventate d’aria fresca portate da divertenti gite fuori porto, oltre alla nascita di una nuova “passione”per il lavoro poi, la sua vita nella nuova città assumerà risvolti davvero imprevedibili e Maddison riuscirà forse a trovare davvero la felicità anche dove non avrebbe mai immaginato di poterla scovare!
Come inciampare sul principe azzurro è un libro che davvero consiglio a chi ha voglia di leggere qualcosa di leggero ma allo stesso non banale e molto divertente! I personaggi principali sono ben costruiti e la trama è davvero ben architettata. Il fatto che riprenda un po’ la tematica della “prima impressione” mi ha ricordato un po’ Orgoglio e Pregiudizio e lo stile è simile a quello della Kinsella, ma il libro forse è ancora più piacevole perché davvero ogni situazione o battuta sono ben scelte e le pagine scivolano via davvero leggere!"

dopo il momento frivolo ecco il momento serietà "cuccette per signora" è stata una bella scoperta... un libro che ti porta a riflettere sull'importanza del raccontarsi agli altri per ritrovare se stessi. bellissima storia di donne e delle loro sofferenze in un' epoca in cui si parla di parità quanta strada c'è ancora da fare!!! insomma un bel libro forse un po' lento ma mi è molto piaciuto  ... ecco la recensione presa dal medesimo sito "
Uscito nel 2001, questo coinvolgente romanzo dell’indiana Anita Nair sta vivendo una nuova stagione di successo dopo il Salone di Torino, che ha visto l’autrice ospite d’onore insieme ad altre scrittrici indiane ormai lanciatissime dagli editori italiani. Le cuccette per signora del titolo sono quelle che ospitano sei donne in un lungo viaggio notturno dalla stazione di Bangalore fino ad una meta non meglio definita. Sarà l’occasione, il pretesto narrativo che consente alla Nair di raccontarci altrettante storie di donne nell’India di oggi, alle prese con le tradizioni e l’assedio della modernità, con una religiosità introiettata da secoli e la voglia di scrollarsi di dosso modelli ormai troppo imbarazzanti e spesso insopportabili. Ecco allora nella lunga notte in treno i racconti che si dipanano come gomitoli intricati che sembrano sciogliersi con leggerezza nella confidenza che nasce al buio di un non luogo, quello dello scompartimento ferroviario destinato alle sole donne che sembra divenire una metafora del rifugio offerto a persone di sesso femminile alla ricerca di una collocazione sociale in una società dove le donne sole /vedove/zitelle sono sinonimo di abbandono, emarginazione, infelicità. Akhila, la protagonista, sembra reggere su di sé tutti i nodi della narrazione: è lei che inizia il dialogo con le altre donne, è lei che da sconosciute sarà capace di apprendere lezioni , di apprezzare stili di vita ed esperienze che la possono aiutare a compiere la sua definitiva scelta di una esistenza tutta sua, non più moglie, figlia, amante, sorella ma solo, finalmente, se stessa. Le cinque donne in viaggio che Akhila, ormai quarantacinquenne, incontra per caso, hanno età e storie diverse , ma sono tutte accomunate da una decisa volontà di trasgredire il ruolo assegnato loro da una società dove tutto è radicalmente mutato, meno il ruolo femminile: la casta brahmina a cui le protagoniste delle sei storie appartengono è tassativa riguardo alle usanze, al modo di vestire, alla sessualità, ai limiti imposti al comportamento sociale. Chi trasgredisce quelle regole è destinata alla emarginazione, alla miseria, spesso costretta al suicidio. Margaret Shanti, insegnante di chimica e moglie del preside di una scuola prestigiosa, è costretta ad abortire dal marito; dopo una vita matrimoniale e professionale travagliata riuscirà ad emanciparsi costringendo il marito inflessibile ed autoritario a mangiare fino ad ingozzarsi di cibi sostanziosi, rendendolo così schiavo della propria ritrovata sensualità. Prabha Devi invece mostra al marito appena sposato desideri sessuali e civetteria che non si addicono ad una giovane sposa indiana, provocando l’attenzione morbosa di un altro uomo che viene ad insidiarla dentro la sua stessa casa; la giovane donna, terrorizzata dai propri gesti, chiude ogni rapporto con l’esterno e diventa una donna triste, occhi perennemente bassi e dita sul ricamo, madre di due bambini a cui dedica maniacali attenzioni, le tempie precocemente imbiancate. Un giorno, nell’attesa della fine di una lezione di tennis del figlio, nel club che frequenta trova in fondo al giardino la piscina. Novella Alice nel paese delle meraviglie, scavalca il muro delle cose impossibili e decide di imparare a nuotare. Riuscirà da sola, dopo molti sforzi, a rimanere a galla nell’acqua azzurra della vasca: metafora del galleggiare autonomamente anche nella vita di ogni giorno.
Romanzo pieno di dolcezza, di sensualità, di forza, quello che esprime la Nair nelle pagine del libro, piene di manicaretti, cibi raffinati, sari intessuti di fili d’oro, braccialetti che tintinnano intorno alle caviglie: ma anche lavori snervanti, follia, miseria terribile, mancanza di libertà, violenza domestica, difficoltà di ogni genere che sembrano circondare uomini e donne di un continente pieno di fascino ma ancora alla ricerca di un equilibrio tra tradizioni, culture ancestrali ed esigenze ineludibili della contemporaneità."

prossime letture? 

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