domenica 28 aprile 2013

LIBRO 13

Ho felicemente terminato "La cucina degli ingredienti segreti" libro che consiglio proprio a tutti perché è ben scritto perché i personaggi sono molto dolci e perché alcune esperienze sono abbastanza comuni e ci fanno riflettere quando le vediamo vissute dai personaggi di un romanzo. Veniamo ora al romanzo n° 13 e a chi toccherà ... rullo di tamburiiiiii .....




mi rilasso dovendo prendere il treno dell 6,21 con lui che alla fine mi fa sempre sorridere e anche pensare




ho trovato questo link che rende l'idea..... insomma se non l'avete ancora letto e siete in cerca di una bella storia l'avete trovata (ringrazio il blog di Chiara
 
 
Mentre lo leggevo mi son venute in mente le parole che sono scritte sulle mie bellissime pantofole lilla (eeehm sì, lilla, con il disegno di un barattolo di vetro col fiocchetto ^_^). In realtà si tratta di una ricetta:

4 tazze di felicità

2 tazze di fedeltà

3 tazze di dolcezza

4 tazze di comprensione

2 tazze di amicizia

2 cucchiai di speranza

2 cucchiai di gioia.

Ecco, mescolate tutti gli ingredienti e otterrete il succo di questo meraviglioso romanzo! Ci troviamo ad Avalon, una di quelle cittadine dove tutti conoscono tutto e tutti, non so se ho reso l'idea :P
Un bel giorno però, la quiete del paese viene scombussolata da un sacchetto di lievito madre, lasciato davanti la casa di Julia Evarts con relative istruzioni su come prendersi cura del lievito e su come preparare il pane amish dell’amicizia (che con gli amish ha poco a che fare). Insomma, si tratta di una sorta di catena di Sant’Antonio. All’inizio sono tutti scettici, ma poi le donne e anche gli uomini iniziano a creare questi dolci in tante varianti e a regalare il lievito madre ad amici e parenti.
Intanto al Madeline’s Tea Salon tre donne si incontrano casualmente, in un periodo difficile della loro vita, dando inizio, inconsapevolmente, a qualcosa di magico e di prezioso: l’amicizia. Madeline, Julia e Hannah si sosterranno a vicenda, scoprendo che la vita può riservare altre sorprese dopo i momenti bui.
Non voglio svelarvi troppo della trama, perché è un libro bellissimo, dall’inizio alla fine, mi ha fatto ridere, sorridere e commuovere fino alle lacrime. Ho desiderato essere lì, ad Avalon, insieme a queste splendide persone che l’autrice, Darien Gee, ha saputo creare dalla sua fantasia, dipingendole con maestria sia caratterialmente che psicologicamente. Non ci si può non immedesimare con i personaggi, le loro storie, i loro dolori e i loro successi.
A fare da contorno ci sono altri protagonisti, come la sorella di Julia, Livvy, una ragazza immatura che un episodio tragico ha però fatto crescere all’improvviso, il marito di Julia, l’ex marito di Hannah, nonché tutti gli abitanti di Avalon, tutti presi da questo lievito madre, un semplice lievito, un semplice pane dell’amicizia che riuscirà a unire tutti i personaggi di questa storia incredibile in maniera indissolubile.
Leggetelo e vi garantisco che vi verrà voglia di preparare il lievito madre e regalarlo ai vostri più cari amici! Queste tre splendide donne mi hanno insegnato che la vera amicizia c’è, esiste e che può nascere all’improvviso, senza nessun preavviso, e può condurci in mondi inesplorati e carichi di novità.
E poi ragazzi, la cucina la fa da padrona, e voi ormai sapete che i libri che parlano di amicizia, amore e cucina per me sono i più belli! ^_^

pane amish dell'amicizia (foto presa dal web)


Julia guarda l’orologio: è ora di andare a riprendere Gracie. Paga il conto lasciando una buona mancia, nonostante la generosità di Madeline sia impagabile. E’ strano salutarsi dopo il calore inaspettato dell’ultima ora. Julia indugia, pensando a un commiato adatto, quando Madeline rompe l’imbarazzo e la stringe in un abbraccio da orso. Madeline è molto più forte di quello che il suo corpo esile farebbe pensare, e ha un profumo buonissimo, fresco. Julia vorrebbe restare tra le sue braccia per sempre. Madeline fa lo stesso con Hannah, che ricaccia indietro le lacrime ma sorride con coraggio. Poi le saluta con un cenno e le accompagna alla porta.

52 WEEK PROJECT 17/52




 Eccoci qui "Cats AND Mouse " ahahah ultima cazzata inventata..... Birba piuttosto di lasciarmi in pace a farmi gli affari miei mi controlla pure all'ancgolo della scrivania del PC alla faccia della privacy mah



 questi giorni ha iniziato una nuova ondata di freddo e quindi Trilly ha colonizzato il davanzale sopra al termosifone dietro la mia postazione PC ... sono accerchiata


 Benedetti coupon di grupon spessissimo vado a cena fuori utilizzandoli in questo modo risparmi e ho la possibilità di scoprire nuovi locali ... ecco la vista dalla finestra di Norman un famoso ristorante di Torino dove abbiamo mangiato 13 portate tutte buonissime


il 25 aprile siamo andati a Nizza per questioni burocratiche e mentre mio marito le svolgeva io ne ho approfittato per una buona lettura in spiaggia



eccoli finalmente fioriti i miei ciliegi.. non so quanto renderanno quest'anno dato che continua a piovergli sopra .....



ecco io e Zoe sempre da Norman ..... che coppia



e qui dopo essermi sbattuta a pulire tutta la casa di peli e peletti di cane e gatte che fa trilly si spaparanza subito dopo... e che dire sò soddisfazioni


questa settimana è stata il contrario dell'altra ho fatto un sacco di cose ma non ho portato la macchina foto .... pazienza per fortuna i ricordi li posso portare sempre con me

lunedì 22 aprile 2013

52 WEEK PROJECT 16/52




questa è stata davvero una settimana complicata ... non ho molto da raccontarvi che non sia qualcosa di già detto e che quindi vi tedi. Insomma nulla si mujove neppure la lancetta della mia bilancia. Allora ho dedicato il post ai miei progressi creativi ..... buona SETTIMANA A TUTTI

giovedì 18 aprile 2013

LIBRO 12

et voilà ho finito la mitica trilogia di Katerine Pancol e non mi vergogno a dirvi che i suoi personaggi mi mancheranno un sacco  .... 1800 pagine con storie meglio della fiction peccato non ne facciano un bel film....
ed ora posato un libro ne iniziamo subito un altro ..... e il mio libro 12 è
mi sembra una bella storia vi dirò più avanti ma l'inizio già mi è piaciuto.  Sono altre 459 pagine di storie vediamo cosa mi regalerà questa autrice che non conosco .. ma la trama mi ha attirato e l'ho preso. Adesso carico il mio amato Kindle e domani sotto con la lettura.
Altre novità non ci sono siamo sempre ostaggi al lavoro di una situazione che non si muove. Anzi onestamente una novità c'è MI HANNO PROMOSSO in seconda corsia a nuoto .... che emozione e che paura a lasciare il mio maestro vabbè non mi abbandono a sentimentalisimi. Questo week è tempo di Running quindi super ricamerò hihi. un abcio a tutte.

martedì 16 aprile 2013

52 WEEK PROJECT 15/52

 Sono in super ritardo pubblico il martedì' mai successo ... ma ultimamente sono presissima e ho sempre super sonno sarà colpa di questo strano tempo! 

ecco la prima foto il piatto di carne alla griglia condiviso con mia sorella ... bottino a "Tutti in fiera" a Torino





eccomi qui tutta goduta a scassarmi la carcassa





 e quel frisulin di mia sorella non se lo fa ripetere hihih





talmente faceva caldo ho dovuto comprarmi una maglietta ... da Zara e ci stavo pure dentro incredibileeeee




eccoci qui la sera il terzetto di pirilli che sbevazzano birra assieme prima della nanna



ed ecco il cane alcolista che vorrebbe tanto slinguazzare la bottiglia



ecco una foto di Via Roma scattata dal giardino di Palazzo Madama


sono molto soddisfatta perché sto mantenendo la tematica di questo progetto ... in ogni settimana almeno una mia foto c'è questo è già un bel traguardo

domenica 7 aprile 2013

52 WEEK PROJECT 14/52




Lunedì era Pasquetta ... tempo incerto idee poche e quindi? tutti insieme a mangiare al ristorante giapponese.... festeggiamenti originali....


 ecco l'entusiasmo di mio padre avesse potuto mi ammazzava ho giocato l'asso dell'amore per i primogeniti ahahahah



 mio marito impara grazie a mia sorella ad usare le bacchette.... momenti di intercultura mica paglia




ecco la tavolata a casa di mia sorella ... la nuova casa di mia sorella e del suo moroso bravi vi siete sistemati benissimo



 ecco un'istantanea di mio cognato ..... quello che esce dalla bocca non è una lucertola ma una foglia di rucola



un'altra istantanea di mio marito .. ecco una diapositiva di.."vuoi vedere un incidente in galleria?" ho un marito incivile !!!!


ecco l'acquisto cdella settimana è arrivata la GABS presa su privalia è stato amore istantaneo



 io e mia sorella sabato ci abbiamo dato un taglio ... ai capelli ovviamente




ed ecco la foto dle biglietto per il cinema , ci sono andata dopo 5 anni e a vedere che? I CROODS mica mi scomodo per un film d'autore.

buona settimana 15 a tutti 

venerdì 5 aprile 2013

LIBRO 11

Eccoci... finisce la settimana e ieri sera raggomitolata sotto il piumone ho letteralmente divorato la fine del libro n° 10 il valzer lento delle tartarughe per me è andato decisamente veloce... e adesso sotto con il libro 11 cioè
l'ho già iniziato questa mattina sono 762 pagine in cui terminerà la storia di questa famiglia .. so già che mi mancheranno quei personaggi che mi hanno tenuto compagnia in pratica per un mese in treno all'andata e al ritorno dal lavoro hihh ecco la solita recensione rubata del libro N°10

Si possono fare abbassare gli occhi a chi ci ama, ma non si possono fare abbassare gli occhi a chi ci desidera”


La Trama: Sapere se davvero un coccodrillo dagli occhi gialli ha divorato oppure no suo marito Antonie, scomparso in Kenya, per Josephine non è più importante. Grazie ai soldi guadagnati con le vendite del suo best seller, ha lasciato Courbevoie, nella banlieue parigina, per un appartamento chic nell'elegante quartiere di Passy. Invece sua sorella Iris, che aveva tentato di attribuirsi la scrittura del romanzo, ha finito con il pagare la follia del proprio inganno in una clinica per malati di depressione. Ormai libera, sempre timida e insoddisfatta, attenta spettatrice della commedia strampalata e talvolta ostile che le offrono i suoi nuovi vicini, Josephine sembra alla ricerca del grande amore. Veglia sulla figlia minore Zoe, adolescente ribelle e tormentata, e assiste al successo dell'ambiziosa primogenita Hortense, che a Londra si lancia nella carriera di stilista. Fino al giorno in cui una serie di omicidi distrugge la serenità borghese del suo quartiere e lei stessa sfugge per poco a un'aggressione.

Il mio commento: Un libro “frizzante”, con un inaspettato finale, nel quale Josephine è regina indiscussa della scena, contorniata da tanti personaggi, ciascuno con una propria caratterizzazione: l’insensibile Iris – sua sorella, la terribile madre Henriette, l’amica Shirley con suo figlio Gary, le sue figlie Zoe e Hortense, i suoi falsi e veri amori – Luca e Philippe.
Rallegra, emoziona, intriga ed alla fine stupisce.


I personaggi

Joséphine

"Joséphine faceva affidamento sulla sua vita perché le inviasse degli indizi, delle idee, dei dettagli che avrebbe trasformato in storie. Era così che aveva scritto il suo primo libro. Tenendo gli occhi spalancati sul mondo. Ascoltando, osservando, annusando. E’ così che non si invecchia. Invecchiamo quando ci rinchiudiamo, ci rifiutiamo di vedere, di sentire, di respirare. La vita e la scrittura vanno spesso di pari passo."

"E che cosa si fa quando l’amore scava un buco nel cuore, un buco così grande che si direbbe uno scoppio di granata, talmente grande che ci si può vedere il cielo attraverso? Si chiedeva Joséphine recandosi all’appuntamento con Luca. Chi saprebbe dirmi che cosa sente per me? Io non oso dirgli che lo amo, ho paura che sia un’espressione troppo forte. So bene che dentro il mio dirgli che lo amo c’è la domanda se lui mi ama, che non oso pronunciare per paura di vederlo allontanarsi con le mani nelle tasche del montgomery. Una donna innamorata è per forza una donna inquieta, dolente? […] La mia sventura è che non so essere leggera in amore. Vorrei buttarmi al collo dell’uomo che amo, ma ho così paura di spaventarlo che porgo umilmente il viso perché vi imprima un bacio. Lo amo di nascosto. Quando alza gli occhi su di me, nell’istante in cui coglie il mio sguardo, mi sintonizzo all’unisono con il suo umore. Divento l’innamorata che lui vuole che io sia. Mi infiammo a distanza, ma appena si avvicina, mi controllo. […] Come si fa quando i sentimenti straripano? Se uno li esprime male ottiene l’effetto contrario, Quando uno deve offrire dei fiori, non li dà con la corolla in basso e lo stelo all’aria, se no chi li riceve vede solo spine e ci resta male. Io faccio così con i sentimenti, li offro a testa in giù."

"La strinse forte a sé, cercandole la bocca come se volesse morderla. Il bacio divenne brutale, imperioso, la spinse contro lo sportello rovente del forno, Jo fece per liberarsi, Philippe la placcò, le forzò la bocca, la frugò come se cercasse ancora un po’ di farcia, un po’ di quella farcia che Jo aveva impastato con le sue dita, come se le leccasse la punta delle dita mescolando la farcia, il gusto delle prugne che gli riempiva la bocca, salivava, Philippe, gemette Jo, oh Philippe! Gli si abbarbicò, affondò la bocca in quella di lui. Così tanto tempo, Jo, così tanto tempo… e si gettava sul grembiule bianco, lo sgualciva, lo tirava su, la spingeva contro lo sportello del forno, le penetrava la bocca, le entrava nel collo, scostava la camicetta bianca, le accarezzava la pelle calda, scendeva con le dita sui seni, appoggiava la bocca su ogni centimetro di pelle conquistato alla camicia, al grembiule, metteva fine a giorni e giorni di quella tortura chiamata attesa. […] Era dunque questo un bacio?Era come nei libri, quando la terra si apre in due, e le montagne franano, e si firma per morire con il fiore sulle labbra, quella forza che la alzava da terra e le faceva dimenticare sua sorella, le sue due figlie nel salone, il vagabondo con il volto sfregiato sul metro, lo sguardo triste di Luca, per scaraventarla tra le braccia di un uomo.[…] “Io sono ricca di dieci minuti e mezzo di grande, grandissima felicità. Rivedrò il film di questo bacio, e mi basterà. Schiaccerò play, stop, riavvolgerò la pellicola, bacio al rallentatore, stop, riavvolgere, bacio al rallentatore…”.

“C’era un fervore religioso nella sua maniera di abbandonarsi all’amore. Come se lottasse perché nel bel mezzo delle macerie del mondo, restasse quella luce tra due corpi che fanno l’amore e si amano davvero, non scimmiottano gesti e posizioni. Una scintilla che scocca e trasforma un semplice sfregamento di pelle in un braciere ardente. Quella sete di assoluto avrebbe potuto spaventarlo, ma Philippe non chiedeva altro che dissetarsi alla sua fonte. L’avvenire ha un gusto di labbra di donna. Sono loro le conquistatrici, sono loro che spostano le frontiere. Noi siamo effimeri efebi, infiltrati nelle loro vite come comparse, ma il ruolo principale spetta a loro. Mi va bene così, si disse Philippe respirando il profumo di Joséphine, voglio imparare ad amare come lei. In passato ho amato un bel libro di figure. Ho fame di altre letture. Amare come si parte all’avventura. Ogni uomo che crede di sapere che cosa succede nella mente di una donna è un pazzo e un ignorante. O un pretenzioso. Non avrebbe mai creduto che sarebbe venuta a cercarlo nel de hors di un pub inglese. E invece… Gli si era piazzata davanti. Voleva sapere. Le donne vogliono sempre sapere.”

“Sono così felice , vorrei prendere un gabbiano, sussurrargli il mio segreto all’orecchio, e che lui lo porti in volo fin su nel cielo”

“Dovrebbe essere sempre così quando si ama. Senza condizioni. Senza giudizi. Senza stabilire criteri, preferenze. Non ero abbastanza, non è così? Non sono mai abbastanza. Mai abbastanza mai mai… Questa cosa ha rovinato la mia infanzia, rovina la mia vita di donna e si accinge a sabotare il mio amore.. […] Non si guarisce dall’avere una madre che non ti ama. Scava un gran vuoto nel cuore e ce ne vuole di amore, per riempirlo! Non se ne ha mai abbastanza, si dubita sempre di sé, ci si dice che non meritiamo amore, che non valiamo uno zero spaccato.

Iris

"No, si disse, sentendosi aggredire dal sonno nel pieno del lavorio per trovare una soluzione, mi ci vuole subito, un marito nuovo. Più ricco, più forte, più importante di Philippe. Un marito immenso. Che mi meravigli, mi soggioghi, davanti al quale io mi inginocchi come una ragazzina. Che prenda la mia vita per mano, che mi rimetta nel flusso del mondo. Che abbia soldi, relazioni, cene importanti. Sono ancora bella. Appena uscirò di qui, ridiventerò la bella e magnifica Iris."

“Ho paura Jo, sapessi che paura che ho… […] Il denaro non mi ha mai resa felice. E’ strano, se ci pensi. Tutti si danno da fare per avere sempre più soldi e non è che così il mondo sia migliore o che la gente stia meglio. Li vedi fischiettare per strada, tu? No. Con il denaro, non si è mai soddisfatti. Si trova sempre che c’è qualcun altro che ne ha più di noi. Forse hai ragione tu, e c’è solo l’amore che può davvero dare una sensazione di pienezza. Ma come si impara ad amare? Lo sai, tu? Tutti quanti ne parlano, ma nessuno nemmeno sa cos’è. Tu ripeti di continuo che bisogna amare, amare, ma dove si impara? Spiegamelo!” “Dimenticandosi di sé” mormorò Joséphine.

“Cosa m’importa? Quest’uomo mi insegna l’amore. Mi addestra da lontano. Un brivido di piacere le crepitò tra le gambe e si raggomitolò perché continuasse a bruciarle nel ventre. E così, è questo l’amore? Questa folgorante ferita che fa venire voglia di morire… Questa attesa deliziosa in cui non sappiamo più chi siamo e porgiamo la nuca docili, per farci passare le redini, bendare gli occhi, condurre al palo dell’abnegazione. Andrò fino all’estremo con lui. Gli chiederò perdono per averlo insultato. Tentava di farmi inerpicare lungo il cammino dell’amore, e io pestavo i piedi come una bambina viziata. Reclamavo un giuramento, un bacio, mentre lui mi faceva entrare in un recinto sacro. Non avevo capito niente.”

“O, voi , stelle erranti, pensieri incostanti, vi scongiuro, andate via, lasciatemi parlare al beneamato, lasciatemi il giovamento della sua presenza! Tu sei la mia gioia, tu sei la mia felicità, tu sei la mia allegria, tu sei il mio buongiorno. Tu sei mio, io sono tuo e per sempre sarà così! Dimmi, mio beneamato, perché hai lasciato che la mia anima ti cercasse così a lungo, così ardentemente, senza poterti trovare? Io ti ho cercato attraverso le notti di voluttà di questo mondo. Ho attraversato i monti e i campi, insensato come un cavallo senza briglie, ma infine ti ho trovato e riposo, felice, in pace, leggero sul tuo seno – Enrico Suso, 1300-1366”.

Hortense

"L’emozione era un lusso che lei non poteva permettersi. Ogni volta che era sul punto di soccombere, bloccava tutto. Clic, clac, chiudeva l’accesso alle orecchie. Così continuava ad essere d’aiuto a se stessa. Restava la sua migliore amica. E’ il problema con le emozioni. Ti sabotano. Ti riducono in mille pezzi. Ti innamori, e di colpo ti ritrovi troppo grassa, troppo magra, con i seni troppo piccoli, troppo abbondanti, troppo alta, troppo bassa, col naso troppo grande, con la bocca troppo sottile, i denti gialli, i capelli unti, stupida, appiccicaticcia, insulsa, una che parla troppo, una che ride male, una muta. Non sei più la tua migliore amica. […] Allora aveva imparato. A bloccare la sudorazione, a bloccare le lacrime, a bloccare il quadretto di cioccolata che l’avrebbe fatta ingrassare di un grammo, a bloccare la ghiandola sebacea che si sarebbe trasformata in brufolo, la caramella che sarebbe diventata carie. Bloccava tutti gli accessi dell’emozione. La ragazza che voleva diventare la sua amica, il ragazzo che la riaccompagnava e cercava di baciarla. Non voleva correre alcun rischio. Ogni volta che rischiava di lasciarsi andare, pensava alla fronte madida di sudore di suo padre che grondava sudore, e l’emozione si fermava di colpo. Quindi guai a chi le diceva che somigliava a sua madre! Era come rimettere in discussione il lavoro di tutta la sua vita.”

“Non sono mica fatta d’acciaio, sono una persona con delle emozioni, dei sentimenti, si disse, con lo stupore serio di chi si è sempre creduto invincibile e si scopre all’improvviso una falla nell’armatura. Mi concedo dieci minuti di tregua e poi impugno di nuovo le armi. Era sempre d’accordo con se stessa per affermare che le emozioni nuocevano gravemente alla salute”.

Shirley e Gary

"- Le donne sono così pragmatiche! Pensate ai particolari, avanzate mute con una logica implacabile, vi organizzate la vita. Perché incontro solo delle ragazze che sanno esattamente dove vogliono andare, cosa vogliono fare, come lo faranno… fare, fare, fare! Hanno solo questa parola in bocca!
- Forse è perché siamo immerse nella materia tutto il tempo. Impastiamo, laviamo, stiriamo, cuciamo, cuciniamo, puliamo o ci difendiamo dalle mani morte degli uomini! Non sogniamo, in effetti!
- Anche noi, facciamo…
- Non allo stesso modo! A quattordici anni noi abbiamo le mestruazioni e non abbiamo scelta. Dobbiamo farci i conti. A diciotto anni capiamo ben presto che dovremo lottare due volte più di un uomo, lavorare il doppio, se vogliamo esistere. In seguito facciamo dei bambini, li portiamo in grembo per nove mesi, ci danno il mal di mare, scalciano, ci lacerano venendo al mondo, ancora altri dettagli pratici! Poi bisogna lavarli, nutrirli, vestirli, pesarli, mettergli la crema sul culetto. FACCIAMO senza farci domande, e per di più facciamo anche il resto. Ore di lavoro di giorno, danza del ventre per l’Uomo, la sera. Siamo continuamente impegnate a FARE, sono rare le ragazze che vivono tra le nuvole, con il naso per aria! Voi fate una cosa sola: fate gli uomini! Il manuale di istruzioni è scritto da secoli nel vostro patrimonio genetico, lo fate senza sforzo. Noi dobbiamo lottare di continuo… finiamo per diventare pragmatiche, come dici tu!"
"Shirley non era a suo agio quando si trattava della vita sentimentale di suo figlio. Quand’era bambino parlavano di tutto. Delle ragazze, dei Tampax, del desiderio, dell’amore, della barba che spunta, dei capolavori della letteratura e dei libri da due soldi, dei film che avevano visto al rallentatore e dei film-spazzatura, dei dischi da ballare e dei dischi per rilassarsi, delle ricette di cucina, dell’età del vino, della vita dopo la morte e del ruolo del padre nella vita di un ragazzo che non aveva conosciuto il proprio padre. Erano cresciuti insieme, mano nella mano, avevano condiviso un segreto pesante, affrontato pericoli e minacce, senza mai perdere la solidarietà. Ma ora… Era un uomo con dei peli dappertutto, due braccioni, due piedoni, un vocione. Era quasi intimidita. Non osava più fare domande. Preferiva quando parlava di sé senza che lei dovesse chiedergli nulla."

martedì 2 aprile 2013

52 WEEK PROJECT 13/52




a casa nostra appena si accende la tv si  spegne il marito ... e con lui una delle gatte ... ecco Trilly bella che spaparanzata sul suo papotto


ecco il lutto della settimana è morto il mio telefono .. praticamente mi è caduto in tram si è incastrato sotto la porta ha espulso la batteria e si è richiuso ... risultato cellulare inutilizzabile la batteria è scesa la fermata precedente quindi ... comprare una batteria per un cell di due anni già introvabile era una mission impossible ----
 --- ed allora ho utilizzato la mania tecnologica di sorella e cognato e ho acquistato da lei il mitico Galaxy SIII ammazza che robba sono troppo vecchia per star dietro a tanto progresso ahahahah bellissimo oggetto


 nonostante il freddo qui questi giorni la primavera lavora ecco i miei giacinti



.... ecco i primi narcisi che bussano dalla terra




e i miei lillà che iniziano a germogliare... l'anno scorso in questo periodo erano già più avanti poi ha piovuto un sacco e non mi sono goduta i fiori spero che quest'anno dopo aver tanto piovuto smetta e io mi possa godere questi profumi che nessun profumiere riuscirà mai a catturare .... buona settimana 14 a tutti abbandono la 13 con felicità è stato difficile trovare delle foto da postare erano tutte da pessimismo e fastidio