l'ho già iniziato questa mattina sono 762 pagine in cui terminerà la storia di questa famiglia .. so già che mi mancheranno quei personaggi che mi hanno tenuto compagnia in pratica per un mese in treno all'andata e al ritorno dal lavoro hihh ecco la solita recensione rubata del libro N°10
Si possono fare abbassare gli occhi a chi ci ama, ma non si possono fare abbassare gli occhi a chi ci desidera”
La Trama: Sapere
se davvero un coccodrillo dagli occhi gialli ha divorato oppure no suo
marito Antonie, scomparso in Kenya, per Josephine non è più importante.
Grazie ai soldi guadagnati con le vendite del suo best seller, ha
lasciato Courbevoie, nella banlieue parigina, per un appartamento chic
nell'elegante quartiere di Passy. Invece sua sorella Iris, che aveva
tentato di attribuirsi la scrittura del romanzo, ha finito con il pagare
la follia del proprio inganno in una clinica per malati di depressione.
Ormai libera, sempre timida e insoddisfatta, attenta spettatrice della
commedia strampalata e talvolta ostile che le offrono i suoi nuovi
vicini, Josephine sembra alla ricerca del grande amore. Veglia sulla
figlia minore Zoe, adolescente ribelle e tormentata, e assiste al
successo dell'ambiziosa primogenita Hortense, che a Londra si lancia
nella carriera di stilista. Fino al giorno in cui una serie di omicidi
distrugge la serenità borghese del suo quartiere e lei stessa sfugge per
poco a un'aggressione.
Il mio commento: Un libro “frizzante”, con un inaspettato finale, nel quale Josephine è regina indiscussa della scena, contorniata da tanti personaggi, ciascuno con una propria caratterizzazione: l’insensibile Iris – sua sorella, la terribile madre Henriette, l’amica Shirley con suo figlio Gary, le sue figlie Zoe e Hortense, i suoi falsi e veri amori – Luca e Philippe.
Rallegra, emoziona, intriga ed alla fine stupisce.
I personaggi
Joséphine
"Joséphine
faceva affidamento sulla sua vita perché le inviasse degli indizi,
delle idee, dei dettagli che avrebbe trasformato in storie. Era così che
aveva scritto il suo primo libro. Tenendo gli occhi spalancati sul
mondo. Ascoltando, osservando, annusando. E’ così che non si invecchia.
Invecchiamo quando ci rinchiudiamo, ci rifiutiamo di vedere, di sentire,
di respirare. La vita e la scrittura vanno spesso di pari passo."
"E che
cosa si fa quando l’amore scava un buco nel cuore, un buco così grande
che si direbbe uno scoppio di granata, talmente grande che ci si può
vedere il cielo attraverso? Si chiedeva Joséphine recandosi
all’appuntamento con Luca. Chi saprebbe dirmi che cosa sente per me? Io
non oso dirgli che lo amo, ho paura che sia un’espressione troppo forte.
So bene che dentro il mio dirgli che lo amo c’è la domanda se lui mi
ama, che non oso pronunciare per paura di vederlo allontanarsi con le
mani nelle tasche del montgomery. Una donna innamorata è per forza una
donna inquieta, dolente? […] La mia sventura è che non so essere leggera
in amore. Vorrei buttarmi al collo dell’uomo che amo, ma ho così paura
di spaventarlo che porgo umilmente il viso perché vi imprima un bacio.
Lo amo di nascosto. Quando alza gli occhi su di me, nell’istante in cui
coglie il mio sguardo, mi sintonizzo all’unisono con il suo umore.
Divento l’innamorata che lui vuole che io sia. Mi infiammo a distanza,
ma appena si avvicina, mi controllo. […] Come si fa quando i sentimenti
straripano? Se uno li esprime male ottiene l’effetto contrario, Quando
uno deve offrire dei fiori, non li dà con la corolla in basso e lo stelo
all’aria, se no chi li riceve vede solo spine e ci resta male. Io
faccio così con i sentimenti, li offro a testa in giù."
"La
strinse forte a sé, cercandole la bocca come se volesse morderla. Il
bacio divenne brutale, imperioso, la spinse contro lo sportello rovente
del forno, Jo fece per liberarsi, Philippe la placcò, le forzò la bocca,
la frugò come se cercasse ancora un po’ di farcia, un po’ di quella
farcia che Jo aveva impastato con le sue dita, come se le leccasse la
punta delle dita mescolando la farcia, il gusto delle prugne che gli
riempiva la bocca, salivava, Philippe, gemette Jo, oh Philippe! Gli si
abbarbicò, affondò la bocca in quella di lui. Così tanto tempo, Jo, così
tanto tempo… e si gettava sul grembiule bianco, lo sgualciva, lo tirava
su, la spingeva contro lo sportello del forno, le penetrava la bocca,
le entrava nel collo, scostava la camicetta bianca, le accarezzava la
pelle calda, scendeva con le dita sui seni, appoggiava la bocca su ogni
centimetro di pelle conquistato alla camicia, al grembiule, metteva fine
a giorni e giorni di quella tortura chiamata attesa. […] Era dunque
questo un bacio?Era come nei libri, quando la terra si apre in due, e le
montagne franano, e si firma per morire con il fiore sulle labbra,
quella forza che la alzava da terra e le faceva dimenticare sua sorella,
le sue due figlie nel salone, il vagabondo con il volto sfregiato sul
metro, lo sguardo triste di Luca, per scaraventarla tra le braccia di un
uomo.[…] “Io sono ricca di dieci minuti e mezzo di grande, grandissima
felicità. Rivedrò il film di questo bacio, e mi basterà. Schiaccerò
play, stop, riavvolgerò la pellicola, bacio al rallentatore, stop,
riavvolgere, bacio al rallentatore…”.
“C’era un
fervore religioso nella sua maniera di abbandonarsi all’amore. Come se
lottasse perché nel bel mezzo delle macerie del mondo, restasse quella
luce tra due corpi che fanno l’amore e si amano davvero, non
scimmiottano gesti e posizioni. Una scintilla che scocca e trasforma un
semplice sfregamento di pelle in un braciere ardente. Quella sete di
assoluto avrebbe potuto spaventarlo, ma Philippe non chiedeva altro che
dissetarsi alla sua fonte. L’avvenire ha un gusto di labbra di donna.
Sono loro le conquistatrici, sono loro che spostano le frontiere. Noi
siamo effimeri efebi, infiltrati nelle loro vite come comparse, ma il
ruolo principale spetta a loro. Mi va bene così, si disse Philippe
respirando il profumo di Joséphine, voglio imparare ad amare come lei.
In passato ho amato un bel libro di figure. Ho fame di altre letture.
Amare come si parte all’avventura. Ogni uomo che crede di sapere che
cosa succede nella mente di una donna è un pazzo e un ignorante. O un
pretenzioso. Non avrebbe mai creduto che sarebbe venuta a cercarlo nel
de hors di un pub inglese. E invece… Gli si era piazzata davanti. Voleva
sapere. Le donne vogliono sempre sapere.”
“Sono così
felice , vorrei prendere un gabbiano, sussurrargli il mio segreto
all’orecchio, e che lui lo porti in volo fin su nel cielo”
“Dovrebbe
essere sempre così quando si ama. Senza condizioni. Senza giudizi. Senza
stabilire criteri, preferenze. Non ero abbastanza, non è così? Non sono
mai abbastanza. Mai abbastanza mai mai… Questa cosa ha rovinato la mia
infanzia, rovina la mia vita di donna e si accinge a sabotare il mio
amore.. […] Non si guarisce dall’avere una madre che non ti ama. Scava
un gran vuoto nel cuore e ce ne vuole di amore, per riempirlo! Non se ne
ha mai abbastanza, si dubita sempre di sé, ci si dice che non meritiamo
amore, che non valiamo uno zero spaccato.
Iris
"No, si
disse, sentendosi aggredire dal sonno nel pieno del lavorio per trovare
una soluzione, mi ci vuole subito, un marito nuovo. Più ricco, più
forte, più importante di Philippe. Un marito immenso. Che mi meravigli,
mi soggioghi, davanti al quale io mi inginocchi come una ragazzina. Che
prenda la mia vita per mano, che mi rimetta nel flusso del mondo. Che
abbia soldi, relazioni, cene importanti. Sono ancora bella. Appena
uscirò di qui, ridiventerò la bella e magnifica Iris."
“Ho paura
Jo, sapessi che paura che ho… […] Il denaro non mi ha mai resa felice.
E’ strano, se ci pensi. Tutti si danno da fare per avere sempre più
soldi e non è che così il mondo sia migliore o che la gente stia meglio.
Li vedi fischiettare per strada, tu? No. Con il denaro, non si è mai
soddisfatti. Si trova sempre che c’è qualcun altro che ne ha più di noi.
Forse hai ragione tu, e c’è solo l’amore che può davvero dare una
sensazione di pienezza. Ma come si impara ad amare? Lo sai, tu? Tutti
quanti ne parlano, ma nessuno nemmeno sa cos’è. Tu ripeti di continuo
che bisogna amare, amare, ma dove si impara? Spiegamelo!”
“Dimenticandosi di sé” mormorò Joséphine.
“Cosa
m’importa? Quest’uomo mi insegna l’amore. Mi addestra da lontano. Un
brivido di piacere le crepitò tra le gambe e si raggomitolò perché
continuasse a bruciarle nel ventre. E così, è questo l’amore? Questa
folgorante ferita che fa venire voglia di morire… Questa attesa
deliziosa in cui non sappiamo più chi siamo e porgiamo la nuca docili,
per farci passare le redini, bendare gli occhi, condurre al palo
dell’abnegazione. Andrò fino all’estremo con lui. Gli chiederò perdono
per averlo insultato. Tentava di farmi inerpicare lungo il cammino
dell’amore, e io pestavo i piedi come una bambina viziata. Reclamavo un
giuramento, un bacio, mentre lui mi faceva entrare in un recinto sacro.
Non avevo capito niente.”
“O, voi ,
stelle erranti, pensieri incostanti, vi scongiuro, andate via,
lasciatemi parlare al beneamato, lasciatemi il giovamento della sua
presenza! Tu sei la mia gioia, tu sei la mia felicità, tu sei la mia
allegria, tu sei il mio buongiorno. Tu sei mio, io sono tuo e per sempre
sarà così! Dimmi, mio beneamato, perché hai lasciato che la mia anima
ti cercasse così a lungo, così ardentemente, senza poterti trovare? Io
ti ho cercato attraverso le notti di voluttà di questo mondo. Ho
attraversato i monti e i campi, insensato come un cavallo senza briglie,
ma infine ti ho trovato e riposo, felice, in pace, leggero sul tuo seno
– Enrico Suso, 1300-1366”.
Hortense
"L’emozione
era un lusso che lei non poteva permettersi. Ogni volta che era sul
punto di soccombere, bloccava tutto. Clic, clac, chiudeva l’accesso alle
orecchie. Così continuava ad essere d’aiuto a se stessa. Restava la sua
migliore amica. E’ il problema con le emozioni. Ti sabotano. Ti
riducono in mille pezzi. Ti innamori, e di colpo ti ritrovi troppo
grassa, troppo magra, con i seni troppo piccoli, troppo abbondanti,
troppo alta, troppo bassa, col naso troppo grande, con la bocca troppo
sottile, i denti gialli, i capelli unti, stupida, appiccicaticcia,
insulsa, una che parla troppo, una che ride male, una muta. Non sei più
la tua migliore amica. […] Allora aveva imparato. A bloccare la
sudorazione, a bloccare le lacrime, a bloccare il quadretto di
cioccolata che l’avrebbe fatta ingrassare di un grammo, a bloccare la
ghiandola sebacea che si sarebbe trasformata in brufolo, la caramella
che sarebbe diventata carie. Bloccava tutti gli accessi dell’emozione.
La ragazza che voleva diventare la sua amica, il ragazzo che la
riaccompagnava e cercava di baciarla. Non voleva correre alcun rischio.
Ogni volta che rischiava di lasciarsi andare, pensava alla fronte madida
di sudore di suo padre che grondava sudore, e l’emozione si fermava di
colpo. Quindi guai a chi le diceva che somigliava a sua madre! Era come
rimettere in discussione il lavoro di tutta la sua vita.”
“Non sono
mica fatta d’acciaio, sono una persona con delle emozioni, dei
sentimenti, si disse, con lo stupore serio di chi si è sempre creduto
invincibile e si scopre all’improvviso una falla nell’armatura. Mi
concedo dieci minuti di tregua e poi impugno di nuovo le armi. Era
sempre d’accordo con se stessa per affermare che le emozioni nuocevano
gravemente alla salute”.
Shirley e Gary
"- Le donne sono così pragmatiche! Pensate ai particolari, avanzate mute con una logica implacabile, vi organizzate la vita. Perché incontro solo delle ragazze che sanno esattamente dove vogliono andare, cosa vogliono fare, come lo faranno… fare, fare, fare! Hanno solo questa parola in bocca!
- Forse è
perché siamo immerse nella materia tutto il tempo. Impastiamo, laviamo,
stiriamo, cuciamo, cuciniamo, puliamo o ci difendiamo dalle mani morte
degli uomini! Non sogniamo, in effetti!
- Anche noi, facciamo…
- Non allo
stesso modo! A quattordici anni noi abbiamo le mestruazioni e non
abbiamo scelta. Dobbiamo farci i conti. A diciotto anni capiamo ben
presto che dovremo lottare due volte più di un uomo, lavorare il doppio,
se vogliamo esistere. In seguito facciamo dei bambini, li portiamo in
grembo per nove mesi, ci danno il mal di mare, scalciano, ci lacerano
venendo al mondo, ancora altri dettagli pratici! Poi bisogna lavarli,
nutrirli, vestirli, pesarli, mettergli la crema sul culetto. FACCIAMO
senza farci domande, e per di più facciamo anche il resto. Ore di lavoro
di giorno, danza del ventre per l’Uomo, la sera. Siamo continuamente
impegnate a FARE, sono rare le ragazze che vivono tra le nuvole, con il
naso per aria! Voi fate una cosa sola: fate gli uomini! Il manuale di
istruzioni è scritto da secoli nel vostro patrimonio genetico, lo fate
senza sforzo. Noi dobbiamo lottare di continuo… finiamo per diventare
pragmatiche, come dici tu!"
"Shirley
non era a suo agio quando si trattava della vita sentimentale di suo
figlio. Quand’era bambino parlavano di tutto. Delle ragazze, dei Tampax,
del desiderio, dell’amore, della barba che spunta, dei capolavori della
letteratura e dei libri da due soldi, dei film che avevano visto al
rallentatore e dei film-spazzatura, dei dischi da ballare e dei dischi
per rilassarsi, delle ricette di cucina, dell’età del vino, della vita
dopo la morte e del ruolo del padre nella vita di un ragazzo che non
aveva conosciuto il proprio padre. Erano cresciuti insieme, mano nella
mano, avevano condiviso un segreto pesante, affrontato pericoli e
minacce, senza mai perdere la solidarietà. Ma ora… Era un uomo con dei
peli dappertutto, due braccioni, due piedoni, un vocione. Era quasi
intimidita. Non osava più fare domande. Preferiva quando parlava di sé
senza che lei dovesse chiedergli nulla."
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