lunedì 25 giugno 2012

LA VIOLA DEL PENSIERO

il lavoro prosegue neppure pianissimo ... la parte più difficile è andata ma anche la rimanente è bella pesante. Vorrei riuscire a finire per domenica in modo da iniziare le vacanze con questo pensiero tolto ... ecco a voi intanto una bella leggenda 
È un fiore che propizia l'amore, si narra infatti, che una freccia di Cupido cadde su di una viola del pensiero.
Una leggenda narra che Zeus, che aveva dovuto trasformare una sua amante, Io, in una giovenca, le aveva poi creato un fiore per nutrirsi, la Viola mammola.
Una versione del mito di Attis narra che il giovane, che non poteva sposarsi con l'amata principessa Atta, si evirò sotto un Pino e morì. Dal suo sangue crebbero viole dai petali rosseggianti. Disperata per la sua morte anche Atta si uccise e dal suo sangue crebbero altre Viole.
Il 22 marzo si celebrava il culto in nome di Attis nella Roma Imperiale. Era il giorno della viola, infatti, si trasportava in processione un tronco di pino adornato di Viole.
L'eroe della Viola è colui che si sacrifica per trasformarsi in questo fiore.
Si narra che i cavalieri della tavola rotonda consultassero le Viole per conoscere il loro destino.
La Viola del pensiero chiamata dai francesi "pensèe", divenne, nel "sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, la chiave di tutta la commedia.
Una piantina così minuta e lussureggiante evoca da sempre tanti sentimenti.
La viola ha nel cuore di ognuno di noi un posto speciale, legato a ricordi d'infanzia, ad antichi e nuovi amori, a semplici ma profonde emozioni che danno sollievo all'anima.
Un sollievo che è anche fisico, date le proprietà terapeutiche della pianta, nota come "conforto del cuore".
Molti sono i nomi con i quali è conosciuta. Il più curioso è certamente quello di "suocera e nuora" per i colori contrastanti dei petali.
Per lo stesso motivo la Religione Cristiana ha visto nella viola il simbolo della Trinità: i tre colori diversi rappresentano le tre persone divine, separate ma indissolubili.
Nel linguaggio dei fiori il suo significato non poteva che essere "pensa sempre a me, io penso a te".
Nella storia i bonapartisti ne fecero il loro simbolo, in contrapposizione al giglio dei Borboni.
La caratteristica di fondere in un unico fiore tonalità cromatiche così diverse ha fatto sì che la pianta, attraverso il nome di viola del pensiero, fosse assimilata alla facoltà più alta dell'uomo, quella del pensiero appunto, che media tra opposte passioni e tra tendenze contraddittorie che agitano l'animo umano, raggiungendo con la mediazione un equilibrio che li supera tutti.

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